In questo periodi di pandemia da Coronavirus Covid-19 abbiamo sperimentato, nel distanziamento sociale e lockdown, forme di comunicazione già disponibili ma scarsamente utilizzate. Si tratta dell’utilizzo di procedure in cloud, piattaforme di videoconferenza, meeting o didattica a distanza che sono entrate prepotentemente nel nostro quotidiano. Si è visto come queste soluzioni sono utili e in grado di ridefinire i tempi casa, scuola e lavoro. Queste soluzioni avranno un futuro, anche dopo la gestione della pandemia da Covid-19, se adeguatamente sorrette da: a) potenziamento della connessione anche in aree digital-divide; b) diffusione dei PC e Tablet nelle famiglie, anche in quelle più povere, con un piano di informatizzazione come in India; c) formazione all’utilizzo del PC, di Internet e delle piattaforme di condivisione; diffusione del Cloud.
Poiché tali strumenti impattano fortemente sui tempi di vita, lavoro e formazione occorre che vi sia una adeguata attenzione allo stress da utilizzo correlato. Per questo è necessario sia al lavoro che nella istruzione di un intervento per far si che tali strumenti non producano motivo di stress nelle relazioni interpersonali a livello familiare, con i colleghi di lavoro o con gli alunni e docenti. Un approccio simile alla valutazione, e intervento, dello stress da lavoro correlato esteso agli ambiti del telelavoro e della teledidattica: cioè un nuovo capitolo del piano di sicurezza e di valutazione dello stress da lavoro e studio.